i soci

Leonardo Musci

Lavorare un paio d’anni in una stazione mi ha messo sui binari giusti, ma dovendo scegliere tra ferrovia e laurea presi inopinatamente la seconda strada. Poi due concorsi, uno per insegnare alle scuole medie (dopo un anno di tirocinio in una periferia laziale), l’altro per un dottorato di ricerca in storia contemporanea: stoppato al primo, via libera al secondo. Arrivò poi la passione per gli archivi e ci sto ancora dentro, con alti e bassi. Tra le carte e i bit pendo decisamente dalla prima parte, anche se ho combinato qualcosa in tema di software per gli archivi storici. Nonostante l’apparenza, amo mettere mattoncini belli precisi per tirare su qualcosa di solido.
Colori preferiti: rosso e giallorosso.

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Susanna Oreffice

Nei miei primi trent’anni ho alternato allenamenti e partite di pallacanestro, lavori diversi come segretaria, tecnica di computer, studi universitari fino a quando per studio e per lavoro ho cominciato a conoscere gli archivi, appassionandomi alle carte con cui amo intrattenermi e parlare, soprattutto quelle prodotte dalle pubbliche amministrazioni. Negli anni mi sono specializzata nelle attività di selezione e scarto e nei temi legati all’impostazione e informatizzazione degli archivi correnti, anche se, quando posso, lascio bit e umanità e corro dalle mie carte.

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Nicola Pastina

Nonostante si possa credere il contrario, gli studi classici, l’interesse per la storia e l’archivistica hanno accresciuto il mio senso pratico. La mia maggiore attitudine è ritrovare il bandolo della matassa negli archivi di deposito, trasformando il disordine in file ordinate di faldoni. Mi piace avere ragione di grandi e informi quantità di documenti, pur non disdegnando lavorare sulle carte a tavolino.
Se non mi trovate in archivio, probabilmente sono in riva al fiume con la canna da pesca.

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Cristina Saggioro

Per molti anni ho alternato lo studio a lavori diversissimi, accarezzando anche l’idea di fare la ceramista. Ho scoperto la passione per gli archivi durante le ricerche per la tesi, ma poi ho lasciato passare ancora del tempo e altri lavori prima di dedicarmi allo studio e alla pratica dell’archivistica. Dopo un lungo periodo di volontariato presso l’Archivio centrale dello Stato, ho spaziato in archivi diversi, sempre affascinata dalle vicende delle carte e delle persone.
Quando posso mi dedico al turismo archivistico, tanto per sapere cosa succede all’estero. Ho evidentemente tempi lunghi.

Nicoletta Valente

Ho sempre pensato che la mia naturale propensione lavorativa sia la libera professione: nel 1997 sono fra i soci fondatori di Memoria e da allora, oltre ai lavori archivistici, curo anche alcuni aspetti organizzativi e contabili e i colloqui per allargare le nostre collaborazioni. Mi piacciono gli archivi di persona e mi intriga trovare un modo per farli conoscere e apprezzare, oltre a piccole mostre, ho potuto realizzare un’idea di documentario grazie all’apporto di una brava regista.
Amo fare riunioni e chiacchierate nei baretti e amo Roma anche quando è da odiare!

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Marco Grispigni (provvisoriamente in prestito all’Europa)

Comincio a lavorare presto, troppo presto. A un certo punto mi stanco e decido di diventare un intellettuale. Purtroppo anche negli anni ’90 l’Italia non era un paese per giovani. Comincio a guardarmi intorno ed eccola che arriva un’illuminazione, non sulla strada di Damasco, ma su quella per Frosinone. L’archivistica. Da allora non abbandono più i cari archivi fino a che un bel giorno arriva una lettera da Bruxelles. Il dorato mondo del record management mi attende, la Commissione Europea diviene il mio lavoro, ma il cuore resta qui, a Memoria.

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